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Vivere a Malindi | Adottare un Bambino a Distanza Opinioni | Adozione a Distanza Recensioni | | secondo report

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Diocesi di Malindi : Parlano i responsabili dell’Ufficio missionario di rappresentanza che ha sede ad Arona

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La cattedrale di

Malindi

 

 

L’ Ufficio di Collaborazione Missionaria e di rappresentanza della Diocesi di Malindi che ha preso vita dai primi di Aprile del 2012 opera attraverso l’Associazione ‘Misheni na Ukarimu onlus’. Quando le azioni dell’Ufficio implicano atti che hanno risvolti economici e che hanno carattere fiscale ed amministrativo secondo gli scopi statutari a favore della Diocesi malindiana, e gli obiettivi sociali di essa, l’Ufficio si esprime come ‘Misheni na Ukarimu onlus’.
L’Ufficio tuttavia segue anche spiritualmente e pastoralmente la vita della Diocesi di Malindi e cerca di offrire in Italia lo spaccato di questa Chiesa Missionaria. Le comunità cristiane cattoliche non sono associazioni di volontariato e l’interesse di esse è più in là degli scopi che possono essere solidaristici o volontaristici. Molte associazioni si prodigano nell’aiuto alle popolazioni dell’africa un po’ in tutte le nazioni africane e questo è segno di sensibilità umana tesa a sovvenire alle necessità dei più diseredati e sfortunati del mondo. La nostra è un’ associazione più ecclesiale, che senza pretese già si è posta in relazione con altre come un’anima sta al corpo. Viviamo una relazione e una collaborazione con la Diocesi di Malindi, fondata su una piena comunione con il suo impegno missionario. Impegno non facile per tanti motivi e la nostra vuole essere una autentica ed evangelica vicinanza a questa Chiesa che affronta ogni giorno, di mezzo ad un mare di disagi, il suo impegno nella guida ed animazione evangelica di tutti i figli di Dio a Lei affidati.
La giovane Chiesa Cattolica di Malindi, costituita in Diocesi nel 2000, compie quest’anno 13 anni e sono stati questi anni, anni difficili, perché non è semplice dare sostanza e vita ad una Diocesi, dare organizzazione e stabilità alle sue parrocchie missionarie, assicurare sostegno economico alle molteplici attività pastorali e sociali. Molto ha fatto Mons. Baldacchino, primo Vescovo della neonata diocesi di Malindi, scomparso tre anni fa. Al nuovo Vescovo Mons. Barbara Emanuel , succeduto dopo un anno di amministrazione episcopale al presule scomparso, il delicato e pesante compito di raccogliere l’eredità lasciata e di orientare la Diocesi verso il futuro. Comprendiamo quanto sia delicato, quanto sia faticoso avanzare, perfezionare, edificare il futuro, se solo si tiene conto di quanto costituisce nel presente un insieme di emergenza e di necessità. E proprio queste emergenze occupano ed impegnano energie notevoli. Non possiamo immaginarci la fatica delle nuove chiese di Africa! Sovente alle prese con vere e proprie emergenze umanitarie, sovente lasciate sole a se stesse nella salvaguardia della dignità della persona, nella tutela dei principali diritti universalmente riconosciuti. Quando due anni fa si sono stabiliti i contatti con la Diocesi di Malindi, ci siamo da subito accorti dei grandi problemi e dei grandi disagi di essa: scarsità di mezzi e di strumenti, di economia e di finanza, essenzialità di strutture e di clero missionario. Le parrocchie sono territori estesissimi, comprendenti molti villaggi che in gran parte sono saltuariamente assistiti. Noi stiamo lentamente prendendo visione delle varie realtà territoriali e di ciò che la Chiesa cerca di fare con i mezzi che ha.
Vogliamo pertanto ampliare la voce di questa Chiesa Diocesana Missionaria e per vari motivi portare alla conoscenza degli italiani che amano il Kenia, soprattutto le sue coste e le sue bellezze naturali, a capire, come cristiani che lì c’è una Chiesa impegnata a servire l’uomo, a curarne la sua crescita umana nella conservazione della cultura africana e delle caratteristiche forme di vita locali, predisposte ad accogliere il cristianesimo e quindi il vangelo, come religione non nemica dell’umanità, ma amica in grado di portarla alla sua piena maturità ovvero verso un futuro di grande umanità.
Le sotto pagine di questa voce vogliono di volta in volta porgere all’attenzione dei visitatori del sito alcune note di riflessione per incrementare in noi una cultura di rispetto e di amore verso il popolo che abita nella terra africana keniota. Sono note che scaturiscono da visite, dialoghi, condivisioni con i missionari e con la gente locale. Si scoprirà pertanto che c’è un africa del nuovo crescente economismo capitalistico, dell’industria del turismo, e c’è quella vera e dura di chi l’abita tra mille difficoltà quotidiane. L’Africa della gente che sembra tagliata fuori dalla scena molto ristretta della politica, della economia industriale e commerciale, dagli affari di import ed export. C’è l’Africa di chi evade dall’occidente per una paventata voglia di libertà e di libertinaggio, e di chi invece non può scappare dalla morsa terribile e dura della povertà e della miseria, delle ingiustizie e delle precarietà. L’ Africa è di chi l’abita come sua unica terra di vita! E gli Europei, gli Italiani in particolare dovrebbero sempre tenere presente che sono degli ospiti. Per tradizione la popolazione africana è capace di ospitalità e ne offre tanta fino a sopportare talvolta lo strano atteggiamento di chi ospite non si sente più e manifesta atteggiamenti di chi si è fatto padrone nel piccolo o nel grande. La Chiesa Cattolica si occupa della sua gente: della sua fede e della sua vita non sulla base di interessi economici o politici, ma sulla base delle aspirazioni presenti nel cuore degli uomini che sono aspirazioni di vita, profondi desideri di vivere dignitosamente la propria vita. A servizio del Vangelo e della evangelizzazione,propone Gesù Cristo, il suo Vangelo e propone se stessa come comunità di figli di Dio che vive e celebra la sua fede sia con il culto liturgico adeguato a molti usi e costumi locali, sia con la sua carità operosa mediante l’aiuto, il sostegno che le è possibile offrire. La Chiesa d’Africa è africana, ama l’Africa! All’africano si propone: si offre! Non si impone, né pretende, ma dispone e dona quello che è, quello che ha e quello che può. E’ una Chiesa che nel suo impegno in cui è responsabilmente cosciente, chiede aiuto alla Chiesa di antica tradizione perché quella di Africa è una Chiesa povera. Accoglie ogni aiuto e lo apprezza. Aiuto che miracolosamente trova strade sempre nuove di essere donato. La Diocesi di Malindi ne ha ricevuto di aiuto e ancora ne riceve da alcune associazioni no profit che si caricano di qualche progetto, che lo sostengono a distanza. Siamo sempre provocati dalla richieste di aiuto da parte delle chiese cattoliche dell’Africa ed è evangelico sicuramente il ‘sovvenire’ alle loro necessità. Ma è importante che oltre all’aiuto materiale vi sia un’ aiuto spirituale e culturale che deriva dall’impegno da parte dell’occidente di conoscere, prendere parte mentalmente e seguire con amore il coraggioso impegno che in Africa le Chiese Cattoliche, come quella malindiana, cercano di testimoniare di Cristo e della Chiesa.